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disturbo funzionale cronico e debilitante

La sindrome dell’intestino irritabile è caratterizzata da dolore addominale e in Europa ne soffre almeno il 10% della popolazione. Il dolore addominale diffuso o nei quadranti bassi dell’addome è accompagnato da almeno due dei seguenti elementi:

  • sollievo dopo la defecazione
  • cambiamento nella frequenza degli atti defecatori
  • cambiamento nella consistenza delle feci

Visualizza immagine di origineImmagine da web gruppo pediatria

COME SI DIAGNOSTICA?

Attraverso I CRITERI DI ROMA IV

se si hanno:

Dolore addominale ricorrente per almeno un giorno a settimana negli ultimi tre mesi associato

con due o più dei seguenti criteri:

1 Correlato alla defecazione

2 Associato con un cambiamento della
frequenza della defecazione

3 Associato con un cambiamento della forma (aspetto) delle feci

QUALI SONO LE CAUSE?

La causa della sindrome dell’intestino irritabile non è conosciuta. Non vi sono pertanto esami che possano diagnosticarla. Nella manifestazione della sindrome dell’intestino irritabile possono concorrere vari fattori:

  • fattori emotivi
  • dieta sbagliata
  • fattori ormonali
  • terapie farmacologiche

Essa è causata da più di un singolo meccanismo patogenetico ed è la risultante di fattori ambientali, fisiologici e psicologici. Tra i fattori che hanno un razionale di essere implicati nella sua patogenesi ci sono le infezioni gastrintestinali, le alterazioni dei meccanismi di comunicazione neurormonale dell’asse intestino cervello, l’alterazione della permeabilità intestinale. L’intestino è in stretta connessione con il sistema nervoso centrale quindi c’è tutto un sistema che va in tilt. La permeabilità intestinale è data dalla alterazione della barriera intestinale, causata dallo smontaggio della zonulina che  è una proteina che fa parte delle giunzioni che tengono insieme le cellule dell’intestino.  L’alterazione della parete intestinale crea uno squilibrio del sistema immunitario intestinale e  fenomeni infiammatori.

DA DOVE INIZIARE?

Il paziente con la sindrome dell’intestino irritabile è un paziente con uno spettro sintomatologico complesso che sconfina dall’apparato gastroenterico fino alla sintomatologia neurologica con manifestazioni anche di ansia e depressione. E’ un paziente al quale spesso senza troppi sè e  senza troppi ma, vanno dati farmaci antidepressivi lasciando irrisolte le cause scatenanti e  perpetuanti il disturbo.

Una dieta che si è dimostrata efficace nel controllo dei sintomi nella sindrome dell’intestino irritabile è la dieta a basso contenuto di FODMAPS https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24076059 : sono carboidrati a corta catena che hanno in comune il fatto di

  • essere scarsamente assorbiti dall’intestino tenue
  • essere molecole piccole per cui osmoticamente attive cioè attirano acqua sul lume intestinale
  • vanno incontro a fermentazione rapida

In sostanza questo tipo di carboidrati non vengono assorbiti dal tenue e arrvano al colon dove vengono fermentati dai batteri qui presenti con produzione di idrogeno e metano. In condizioni normali non si avranno conseguenze esasperate ma nei soggetti con intestino irritabile questo provocherà tutta una serie di sintomi come dolore diffuso o localizzato nelle zone inferiori all’addome, alvo diarroico o stitico o alterno, distenione addominale. Questi sintomi caratteristici possono associarsi a sintomi meno caratteristi ci ma spesso presenti come nausea, vomito, sintomi dispeptici, disfunzioni sessuali, alterazioni urinarie e dispareunia (dolore nei rapporti sessuali)

Nello stilare un programma a basso contenuto di FODMAP occorre  perciò gli aliemtni che contengono fodmpas ed eliminare alcuni tipi di verdura e di frutta, latte ed alcuni derivati. Si tratta però di un protocollo nutrizionale ben definito e delineato per cui è importante che tu ti rivolga a un professionista ed eviti il fai da te. Infatti va seguito con determinate modalità e con precise modalità di reintroduzione. Inoltre non va seguito per tempi prolungati. Un piano nutrizionale a basso contenuto di FODMAP va gestito dal punto di vista nutrizionale e di integrazione nutraceutica personalizzata in quanto ci sono pazienti ad esempio che hanno una sindrome dell’intestino irritabile a carattere stitico oppure a carattere diarroico e vi sono indicazioni nutrizionali differenti. Anche l’integrazione probiotica sarà differente a seconda se prevalgono i fenomeni fermentativi o i fenomeni putrefattivi. Questo lo possiamo stabilire con un test di valutazione sulle urine che ci indicherà quali sono i fenomeni che prevalgono.

Cosa faccio se ho una persona con intestino irritabile?

  • Empatia

Spesso il paziente che si rivolge a me è un soggetto che crede di esssere intolerante a molti alimenti, che ha fatto molte prove di eliminazione o che ha una dieta molto mortificante in quanto ha eliminato molti gruppi alimentari. Infatti non sono rare situazioni di malnutrizione subclinica. Senza paarlare della condizione di stress emotivo in cui si trova. E’ un soggetto da questo punto di vista molto delicato quindi va accolto con empatia.

  • differenziare dalla sindrome da intestino irritabile la costipazione funzionale e la dirrea funzionale

La sindrome da intestino irritabile è disturbo funzionale caratterizzato da dolore addominale e alterazioni dell’alvo ovviamente in assenza di altra patologia. E’mimportante differenziare l’intestino irritabile dalla costipazione funzionale e dalla diarrea funzionale perchè i trattamenti nutrizionali sono differenti

appurato di avere una sindrome da intestino irritabile:

  • Valutare attraverso la scala di bristol che tipo di sindrome da intestino irritabile abbiamo:

– variante stitica

– variante diarroica

– mista

Visualizza immagine di origineL’individuazione della variante stitica, diarroica o mista è importante per indicare il tio di fibra e le modalità di cottura delle fibre in quanto per esempio per la sindrome da intestino irritabile a componente stitica vanno preferite per le verdure, le cotture crude o stufate nell’olio insaporito con aglio (trifolate) per stimolare le funzionalita epato-biliare e favorire così l’evacuazione. Nella sindrome da intestino irritabile a componente diarroica invece la modalita di cottura preferita è quella a vaporeo ripassate in padella bassa per favorire l’eliminazione. Inoltre individure il tipo di componente è importante per la personalizzazione del tipo di fibra. Infatti per esempio la fibra insolubile sarà di aiuto per nella componente stitica mentre andrà ridotta nella componente diarroica.

  • applicazione di un piano nutrizionale a basso contenuto di FODMAP che in base alle caratteristiche del paziente può essere in senso stretto oppure associato a una dieta chetogenica. In questo caso saranno applicati i principi di una dieta a basso contenuto di FODMAPe quelli di una dieta chetogenica. Questo tipo di approccio risulterà efficace nel ridurre la dolorabilità (anche come percezione del dolore) e l’infiammazione (anche generale oltre che intestinale) E’ impotante sottolineare che la dieta chetogenica non può essere seguita da tutti, deve essere valutata la situazione del soggetto.

inoltre con l’aiuto di un psicoterapeuta esperto:

  • tecniche di rilassamento e di training autogeno per imparare a gestire stati di stress e di ansia. Infatti il sistema nervoso centrale e sistema nervoso intestinale sono strettamente correlati.

Spero di aver dato qualcche spunto utile di riflessione

Al prossimo articolo

Dottoressa Sonia Trebaldi

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